Arte e scienza...
Come artista mi considero l'inevitabile conseguenza di tutta la fantascienza classica che mi è capitata tra le mani. Dalla mia fascinazione per mondi dove nulla deve essere ciò che ci si aspetta, dove tutto è possibile e dove ogni storia può essere raccontata in modo diverso. Dove l'inerte è la base per creare la vita e dove il futuro è speranzoso.
L'obiettivo è che uno qualsiasi dei miei oggetti acquisisca la coscienza necessaria per potersi alzare nel cuore della notte per chiacchierare con la figura in salotto, per andare in bagno a prendere un'aspirina dopo una brutta giornata, per svuotare il portafoglio, per disintegrare il partner, o anche per rimproverarti per quelle pillole colorate che nascondi nel comodino…*.
Per raggiungere questo obiettivo, utilizzo tutti gli elementi a mia disposizione; programmi 3D, stampanti plastiche, fotografia digitale, rame, legno, motori, chip, software... perché nella parte del mio cervello da cui emergono i miei oggetti, la genetica-delirio è una questione, la sperimentazione un dogma e l'anarchia scientifica una legge.
Metropolis, Stanislaw Lem, Dadaismo e gioia.
* Ad oggi, non ho alcuna prova che nessuno di questi fatti non si sia verificato. Ecco perché tutte le mie opere sono accompagnate da un corrispondente disclaimer.