Home Artisti Jacopo Prina

Kooness

Jacopo Prina

1971
Italy

8 Opere in mostra

Rappresentato da

Categorie

Non hai il tempo per sfogliare il catalogo di questo artista? Compila il modulo per ricevere una selezione curata ad hoc per te delle opere che stai cercando.

Opere di Jacopo Prina

Senza Titolo

2021

Disegni

50 x 40cm

Contatta per il prezzo

Senza Titolo

2021

Disegni

50 x 40cm

Contatta per il prezzo

Senza Titolo

2021

Disegni

50 x 40cm

Contatta per il prezzo

Senza Titolo

2021

Disegni

50 x 40cm

Contatta per il prezzo

Senza Titolo

2021

Disegni

26 x 20cm

Contatta per il prezzo

Senza Titolo

2021

Disegni

26 x 20cm

Contatta per il prezzo

Senza Titolo

2021

Disegni

26 x 20cm

Contatta per il prezzo

Senza Titolo

2021

Disegni

26 x 20cm

Contatta per il prezzo

Sono nato a Milano nel 1971, tra le fermate Wagner, Buonarroti e Pagano della linea rossa.
Sono tutte stazioni identiche. Cambia solo il nome. È scritto in Helvetica e ogni lettera è stata leggermente modificata e affiancata alla successiva dal grande Bob Noorda, creando un'aura di compostezza gelida, austera, penetrante.
Stessa cosa per tutte le altre fermate della metropolitana.

Milano è al centro di una vasta pianura. Lontano da mari e montagne. Circondati da infrastrutture infinite, complicate nel loro insieme, pratiche se scelte singolarmente, inconcepibili. E dalle bellissime tangenziali. Con uscite a 360 °, in ogni direzione. Ne ho presi molti, sia per scappare (qui lo dicono) che per tornare.

La casa dove sono nata ha un corridoio molto lungo. Sproporzionato rispetto al numero di stanze che deve collegare.
I miei zii, i miei genitori e i loro amici lavorano tutti nel campo del design, della grafica, dell'arte o dell'editoria.
Cammino nel mio corridoio innumerevoli volte. Da due decenni è costellata di opere d'arte astratte, minimali, concettuali, indecifrabili degli anni '60 e' 70.

Nel 1990 con una specializzazione in disegno industriale sono uscito di casa dal lungo corridoio pronto ad entrare nella Milano che produce.
È soffocata da un surplus di oggetti e pubblicità insistenti...
Io non ci vado.

Studio la ceramica da qualche anno. A Milano, in Toscana, in Spagna e da rinomati maestri veneti.
Cerco nella plasticità di questo antico materiale la libertà di espandermi in qualsiasi direzione senza vincoli o scopi specifici.
Da professionista gestisco un laboratorio di ceramica a San Sebastian da sei anni. Un'incantevole cittadella dei Paesi Baschi che consiglio vivamente di visitare. Anche se il mio laboratorio non esiste da molto tempo.
Nel 2000 lascio tutte le complicazioni pratiche coinvolte nel lavoro del ceramista per esprimermi, attraverso la pittura, su superfici bidimensionali.

Osservo l'ambiente che mi circonda con distacco. (graffio sul sito)
Riproduco, combinandole, le texture ordinarie e quotidiane che mi circondano. Preso a campione, a testimonianza del nostro habitat, a indicazione di un modo di comportarsi ordinato, standard e ripetitivo.

Osservo e fotografo singoli abitanti di diverse capitali del mondo costretti a geometrie urbane. (pianura sul sito)
Li ripropongo all'interno di rigidi percorsi bidimensionali. Considero poi il tutto attraverso la scultura “Massa” esposta alla fondazione Arnaldo Pomodoro di Milano nel 2008

Osservo la città infinita, dall'alto, da più lontano. (mappe sul sito)
Da google satellite
dipingo mappe alla ricerca di un orientamento utopico, sono visioni oniriche di vasti territori senza centro.
Identifico i dettagli di queste mappe e le reinvento con materiali concreti. Sono sempre frazioni di un territorio ma ridotte a segnale, frammenti isolati, a volte casuali, ma elevati a soggetto.

Non osservo.
Lancio, calpestio, triturazione di cataloghi d'asta. (carte segrete sul sito)
Faccio una critica esplicita al mercato e al sistema dell'arte. Metto insieme icone d'arte incorporate, ahimè, dal mercato e dalla speculazione finanziaria. Una lotta iconoclasta per la supremazia del linguaggio dell'arte sul valore commerciale.

Il mio percorso espositivo inizia con due mostre personali nel 2005. A Milano presso Luciano Inga-Pin e alla Galleria Zvono di Belgrado. A questi ne seguono numerosi altri, sia personali che collettivi, in Italia e all'estero.