Dal 26/06/2021 al 31/07/2021
"L'arte del nudo", il titolo della mostra dovrebbe farci riflettere. L'arte della fotografia ha preso il sopravvento sul nudo fin dall'inizio, proprio come il ritratto. Come a dire, ha sviluppato un proprio linguaggio riferendosi alla nudità appena nata, ovviamente a partire da una sfera classica, nelle pose e nello stile. Furono i pittori a sfruttare le immagini fisse, come avrebbero fatto di fronte a un vero modello.
Da qui il merito della mostra che andremo a vedere. Sebbene si tratti di uno sguardo al genere dal 1950 ad oggi, si riferisce alle tecnologie utilizzate, a volte lontane dal contesto temporale, ma utili per comprendere il modo di vedere dell'artista.
La storia della fotografia ci ha insegnato altre cose. Con l'avvento del film, e dopo la diffusione dello strumento, l'immagine statica si è occupata della sfera sociale e comportamentale. Quindi qui abbiamo pin-up, donne emancipate, libertà sessuale e persino pornografia: una semplice declinazione della proposta del nudo.
Ovviamente, all'interno del genere possiamo riconoscere i 'grandi', coloro che hanno saputo esprimere la propria personalità attraverso il nudo. Weston e Newton sono tra questi, ma anche Sieff e molti altri. Hanno tratto dallo scatto l'elemento cardine della fotografia: il rapporto con il soggetto, senza il quale lo scatto non può produrre nulla. Infine, possiamo dire, con il loro aiuto siamo stati in grado di riconoscere l'autore, il suo approccio all'argomento, l'angolo di vista. E "L'arte del nudo" ci offre una buona gamma di autori, tutti contraddistinti dal rispetto per lo scatto e da un approccio fatto di un prima e di un dopo, come idea o progetto. Abbiamo lo studio delle forme e la donna che si propone, dicendo “io esisto”. Ciò che manca in mostra (per fortuna) è il glamour, il nudo che assume altri significati, dove assume significato l'estetica sterile.
Infine, è bello considerare l'arco di tempo di ciò che vedremo. A partire dagli anni Cinquanta e arrivare ad oggi significa esaminare un momento storico complicato, veloce, diverso, dove il tempo stesso è diventato nemico dell'arte e del modo in cui si esprime. I cambiamenti sociali sono stati incessanti, a volte ambigui e contraddittori, senza dimenticare le conseguenze del conflitto mondiale, che ha costretto molti autori a guardare dentro se stessi.
Alla Fine Art Image Gallery potremo osservare i cambiamenti negli sguardi di molti autori in un parallelo storico e tecnologico, proprio sul nudo: il genere in cui il rapporto autore-soggetto vive in ambiti disparati, come in tutta la fotografia. Visitare la mostra sarà utile a tutti noi: saremo in grado di guardare meglio e capire cosa osservare, anche se apriremo le nostre finestre di casa.
Testo Courtesy Mosè Franchi
I formati delle opere variano da 6,5 cm a 120 cm, dalle edizioni una tantum a quelle numerate o aperte.
Sarà possibile acquistare le opere esposte con certificazione multipla.