Not just at home

Attualmente lavoro in uno stile piuttosto pop con un tocco di surrealismo. La mia iconografia è costituita da tutti i tipi di riferimenti culturali e mass media presenti nell'inconscio collettivo (marchi, personaggi, oggetti o testi) sebbene decontestualizzati, per dare loro un nuovo significato attraverso il dialogo creato tra loro. Tra queste icone prevalgono quelle che si riferiscono alla mia infanzia, o anche ultimamente ai gusti dei miei figli. È comune anche l'erotismo con una certa aria di ingenuità. Cerco di risvegliare l'immaginazione dello spettatore attraverso la decontestualizzazione dei personaggi e l'apparente incongruenza della rappresentazione in modo che sentimenti opposti nascano dal titolo dell'opera e dall'iconografia utilizzata. Possono evocare ricordi della loro infanzia o essere attratti dall'erotismo di uno sguardo, possono scoprire la bellezza in scene violente o ridere quando decifrano le contraddizioni delle mie opere. Le mie opere mostrano una chiara influenza della Pop Art britannica e americana degli anni '50 e' 60, Richard Hamilton, Warhol, Lichtenstein, Rauschenberg, artisti spagnoli come Equipo Crónica, Antonio de Felipe, Óscar Seco o altri artisti internazionali come Banksy, Takashi Murakami o Yue minjun. È evidente anche l'influenza di illustratori come Milo Manara o Alberto Vargas. Nelle mie opere mischio Pop Art e Surrealismo in parti uguali. Decontestualizzo la cultura popolare e le icone dei mass media, dando loro un nuovo significato attraverso il dialogo che si crea tra di loro. Tendo a mescolare i ricordi d'infanzia con i gusti dei miei figli, anche se a volte mi piace anche aggiungere un tocco di erotismo unito a una certa ingenuità. Cerco ispirazione in tutto ciò che mi circonda. Cinema, musica, televisione, classici della letteratura o dei cartoni animati, fumetti o pubblicità. Comincio con una domanda molto semplice: cosa succederebbe se...? E lascio che i personaggi parlino tra loro in uno scenario inaspettato.