Arches

János Fajó (1937 - 2018) è  una delle figure chiave della scena artistica geometrica costruttiva ungherese, artista vincitore dei premi Munkácsy e Kossuth.Nel corso delle sue tenace de ­cisioni di lavoro, ha esplorato fenomeni empirici e geometrici con un rigore unico. Si occupava di strutture di elementi ripetitivi e delle loro variazioni nella sua vasta pratica artistica. I suoi esperimenti formali hanno assunto la forma di opere grafiche, serigrafie, dipinti, oggetti da parete e sculture.

Il Fajó maturo non aveva bisogno di oggetti per rappresentare, ma nella sua arte cosiddetta "non rappresentativa", motivi organiciconnessi alla società e all'ambiente appaiono di volta in volta, e anche i suoi titoli puntano in questa direzione. L'immaginario facilmente riconoscibile, ordinato e coordinato delle sue opere punta all'infinito dei colori e delle forme del mondo attraverso la più semplice realizzazione possibile. Le sue opere sono dichiarazioni concise, immagini chiare di leggi e relazioni spaziali.
János Fajó non è estraneo al pubblico internazionale. Il suo lavoro di insegnante, organizzatore di mostre e disegnatore grafico si è esteso oltre i paesieuropei. Nella sua attività pedagogica, letteraria ed editoriale ha affrontato temi artistici ancora oggi validi ed istruttivi.

Il principio compositivo dei dipinti di János Fajó è la riduzione, che si basa sul restringimento delle forme naturali alle forme geometriche di base e sulla variabilità di questi elementi riduttivi. La sensualità gioca un ruolo decisivo nelle sue opere."Senza forma non esisterei. Io non sarei Fajó. La forma è l'elemento fondamentale della composizione. L'arte è la forma più concentrata di evocare sentimenti, ma è un effetto, non il suo scopo. Considero la ragione come una cosa primaria prima dei sentimenti. Cerco di creare opere basate su forme matematiche a carattere geometrico, un sistema fisico di moto, con strutture cromatiche di validità cosmica ”.