“Come abitante della città, la città mi si presenta come una grande scatola di frammenti, motivi, disegni miei, che raccolgo e poi seleziono con cura per le mie opere. Alcuni di loro hanno dato forma al processo che esplora i bordi dell'opera, tra uno spazio interno e uno esterno, dove c'è una qualità visiva e una tattile. Scelgo di trovare una struttura sottile da esplorare ulteriormente. Intanto mi chiedo se questo sistema non sia altro che una ricerca, un modo per sublimare una casa di configurazioni da abitare. Come dice Didi Huberman, “… ogni spazio di riflessione è portato da un pensiero che mette in relazione le parti, ma questo pensiero non si crea da nessuna parte”. Mi interessa esplorare questi pensieri di spazi esterni e interni, il frammento spogliato del proprio divenire, formando uno spazio di relazioni reciproche in un altro accadere.”
Karina Glocker è un'artista visiva laureata in arti visive presso la IUNA, che si concentra sulle espressioni grafiche contemporanee. Frammentazione, ordine, ricerca, sperimentazione sono parole che costruiscono la sua pratica artistica. La definiscono e la sfidano nel suo lavoro quotidiano. Ha lavorato per tredici anni nel cinema come costumista e scenografa, un'esperienza che prende come parte della sua formazione.
Attualmente, indaga le possibilità delle arti grafiche nel laboratorio di Adriana Moracci ed esplora altre forme di espansione dell'arte nel campo interdisciplinare della scienza, della cultura e della natura.