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Carboncino, grafite, acquerello e ritagli su carta
, Uganda
Mona Taha è nata in Uganda nel 1988 da madre ruandese e padre egiziano, ed è madre di due figli maschi. Laureata in Economia dello Sviluppo presso l'Università di Makerere, ha lavorato nella logistica e nell'azienda di famiglia fino a quando ha deciso di diventare un'artista a tempo pieno nel 2020.
Mentre i suoi disegni e dipinti sono figurativi, non si limita nell'esecuzione del suo lavoro. Utilizzando una vasta gamma di supporti – dal carbone, inchiostri, guazzo, collage, grafite e altri – il suo lavoro trasmette un'aura sensuale ma cruda e disarmantemente veritiera. Poiché la creazione è un processo terapeutico e uno sbocco per Mona, trasmette temi autobiografici e argomenti strettamente correlati alla sua vita.
La sua introspezione personale e le sfide come donna, come madre e figlia e come donna proveniente da un background musulmano svolgono un ruolo cruciale nel suo lavoro. Spiccano i temi di genere, femminilità, scoperta di sé, consapevolezza di sé e identità sociale. Attraverso, a volte, dolorosa autoindagine e bruta onestà, il suo lavoro diventa un riflesso del suo personale viaggio di apprendimento per accettare e abbracciare il suo vero sé.
Per quanto il suo lavoro sia profondamente connesso alla sua crescita personale e alla sua scoperta, è anche un incoraggiamento per gli altri, specialmente per le donne, a scoprire e accettare se stesse, a trovare chiarezza e fiducia per mettere se stesse al primo posto, nonostante le aspettative della società e i ruoli prescritti. La ricerca di Mona di auto-scoperta e auto-potenziamento è una ribellione e un invito all'azione per coloro che sono irrequieti, alla ricerca di sfida, resilienza e calma interiore che deriva dalla conoscenza e dall'apprezzamento di se stessi. Attraverso il lavoro, spera di elevare la percezione che la donna ha di se stessa, di rivendicare il suo potere, il suo corpo e la sua identità e di vedersi come un essere illimitato.
Ha mostrato il suo lavoro in "Surfaces" (Afriart Gallery, 2019), "Where the Wild Things are" (Afriart Gallery, 2022), "Echo" (Jenkins Johnson Projects NYC, 2022), Shapes of Water (Afriart Gallery, 2023) e Eastern Voices: Contemporary Art from East Africa (Addis Fine Art, Londra, 2023). Inoltre, ha partecipato ad Art Basel Miami Beach, Liste Art Fair Basel, Art Paris, 1-54 Contemporary African Art Fair New York e Londra, Art X Lagos, Abu Dhabi Art e FNB Joburg.
Indirizzo
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Fondata nel 2002 e situata a Kampala, Afriart Gallery (AAG) è diventata da allora una delle principali gallerie d'arte contemporanea internazionale che attualmente rappresenta artisti che vivono e lavorano nel continente africano. La galleria si concentra su forme originali di espressione e dialogo con il pubblico. Fornisce un ambiente in cui i collezionist...