Glass

Philippe Courtois ha lavorato per vent' anni con la pittura decorativa nelle più belle residenze private del mondo. Vincolato da preoccupazioni di stile, di budget o di moda, sentiva più che mai il bisogno di esprimere un eccesso di creatività in un lavoro liberato e scatenato.

Utilizzando i materiali provenienti dai luoghi di lavoro della decorazione, sia essa molto semplice o lussuosa, realizza composizioni, collage tridimensionali, equilibrando scultura e pittura, come esplosioni su tela. È così che combina pelli goffrate, pergamene, cartone lacerato e protezione del pavimento, macchiato da gesso o vernice. Caricato con l'energia della città, Egli tenta di rendere quella vitalità, consegnando una testimonianza dei suoi contrasti e contraddizioni.

Il lavoro rivela la sorprendente povertà che a New York, come in nessun altro luogo, vive fianco a fianco con ricchezza promiscua. Inscenate in questo modo, dipinte di cartone e strappate, in confezioni sceneggiate contestano le finiture più eleganti.

Alla fine, prevale la composizione nel suo complesso, impedendoci di dipanare un elemento dall'altro.

Piastre colorate di plexiglass animano i pezzi, insinuando luce, accentuando i volumi e i piani.

Il leggero scivolare sugli angoli, rimbalza sulle parti riflettenti, perdendosi nelle fessure e dissipandosi sugli appartamenti. Gli schermi trasparenti o traslucidi sono la maschera, che, come nella decorazione, vengono a modificare e impreziosire una realtà grezza o violenta.