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Kooness

Categorie

Da Michelangelo

1978

Pezzo unico Firmato Datato Titolo

Default

40 x 70 cm
16 x 27.56 in

Anno

1978

Medium

Dipinti

Riferimento

42c427a6

Acrilico su tela

1938 Rome, Italy

Tano Festa iniziò la sua carriera di pittore ufficiosamente (come egli stesso racconta in una delle sue ultime interviste) da bambino, spinto dal padre, che lo incoraggiò a dipingere per hobby e ufficialmente nel 1961, quando tenne la sua prima mostra personale alla Galleria “La Ascent ” di Roma, pochi anni dopo essersi diplomato in fotografia artistica all'Istituto d'Arte della stessa città (1957).

Fondamento del suo percorso artistico è sicuramente la partecipazione alla mostra “The New Realism” a New York insieme a Schifano, Baj e Rotella, ma anche la prima Biennale di Venezia del 1964 dove, per la prima volta, il pubblico può ammirare una delle sue famose “Persiane”, opere dal sapore nettamente metafisico e New Dada. Questo tipo di lavoro è profondamente legato al tragico racconto della morte del fratello dell'artista, Francesco Lo Savio (erano registrati con cognomi diversi), che si era tolto la vita a Marsiglia, in un albergo: leggendo le ragioni del suo gesto in chiave tragica ed eroica, Tano Festa inizia a vedere gli oggetti che lo circondano in modo malinconico, facendone emergere il lato metafisico, al confine con la mortalità umana; non a caso vengono da lui spesso definiti “soglie”.

Inoltre Festa è considerato uno dei massimi esponenti della cosiddetta Pop Art italiana, sulla quale dà una lettura particolarmente significativa durante un'intervista: “Io appartengo a quella che a torto è stata chiamata“ Pop Art italiana ”. Ora, quello che abbiamo fatto è stato popolare, non pop. Gli americani erano “Pop Artists” perché raffiguravano veri e propri oggetti di consumo come simboli artistici da cui trarre ispirazione. Noi italiani siamo stati “Popolari” perché siamo riusciti, invece, a consumare l'arte stessa con citazioni ed estrapolazioni, come quelle da me fatte sui frammenti michelangioleschi del Giudizio Universale. Jasper Johns, Oldenburg e Warhol potevano invece esprimere bene l'arte con la bandiera americana, con barattoli di zuppa e pennelli di bronzo. Quegli oggetti più di altri rappresentavano la cultura americana ed era logico e giusto per loro enfatizzarli. Ma ho avuto a che fare con Leonardo e Michelangelo, non ho potuto inventare nulla ”(intervista di Dimitri Buffa del maggio 1987 a Tano Festa, nella galleria romana di Francesco Soligo). E infatti, ancora nei primi anni Sessanta, inizia la sua analisi dei grandi artisti italiani, divenendo famoso soprattutto per le rielaborazioni da parte del Michelangelo della Cappella Sistina e delle Cappelle Medicee. L'artista traspone dettagli fotografici o proiezioni su tele tratte dalle sue celebri opere, manipolandole attraverso l'intervento pittorico o ridipingendole completamente a smalto, interpretandole come pubblicità: hanno in questo modo una seconda vita, in una dimensione surreale che permette una comprensione immediata e una semplice chiave di lettura. Nel corso degli anni le sue riletture di icone vengono continuamente riproposte, diventando a loro volta icone.

Passa un periodo piuttosto difficile, durante il quale non riesce ad esprimere la sua creatività e manca il riconoscimento della critica, ma poi viene invitato alla Biennale di Venezia del 1980, 1984: di questo periodo sono i cosiddetti “Coriandoli”, cicli altamente poetici e sublimi.


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Indirizzo

Livorno, Via Roma 45

La galleria Guastalla Centro Arte è stata fondata nel 2000 da Marco e Laura Guastalla con la direzione artistica del padre Giorgio, già comproprietario di Guastalla Arte Moderna e Contemporanea: significative sono state le mostre dedicate ai maestri del '900 italiano come Marino Marini, Renato Guttuso, Franco Gentilini , Arturo Martini, e quelle che rappre...

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