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O.T. (green fl.) Scopri la migliore selezione disponibile di sculture dell'artista Wolfram Ullrich. Acquista dalle gallerie d'arte di tutto il mondo con Kooness! Kooness
4000 EUR
4.2 5 20
Kooness

Categorie

O.T. (green fl.)

2012

Pezzo unico Firmato Datato Titolo

1

Dimensione

43.8 x 19 x 2.1 cm
17 x 7.48 x 0.83 in

Anno

2012

Medium

Sculture

Riferimento

a7348efc

Dettagli:
Firmato, datato e intitolato sul retro
Documento di autenticazione su immagine firmato dall'artista

Provenienza:
Studio d'artista

Esposizioni:
2019, IT, Lissone, Museo d'Arte Contemporanea, Wolfram Ullrich,RILIEVI a cura di Alberto Zanchetta, p. 13

1961 Würzburg, Germany

Dopo aver frequentato il liceo artistico nella sua città, nel 1980 si trasferisce a Stoccarda e si iscrive alla Staatliche Akademie der Bildenden Künste (Accademia Statale di Belle Arti); l'anno successivo decide di frequentare anche i corsi di Storia dell'Arte presso l'Universität Stuttgart, l'università pubblica della città, dove si laurea nel 1985. Dopo aver completato l'accademia nel 1986, gli è stata data l'opportunità di organizzare la sua prima mostra personale già nel 1987 proprio a Stoccarda. Se durante i suoi studi la sua ricerca si è concentrata su una nozione amplificata di pittura (lui stesso ha scritto, “ogni pittura è anche un oggetto”), questo emerge dalle sue opere a partire dagli anni Ottanta dove si distingue dall'esperienza accademica più classica: si scelgono materiali alternativi alla tela per le superfici da esplorare. Alla fine degli anni Ottanta, alcune opere sono intitolate Relief, che descrive perfettamente la sua inclinazione per la tridimensionalità nella sua nuova produzione. Tra il 1990 e il 1992 ha vinto tre borse di studio tra cui un D.A.A.D. (German Academic Exchange Service) a New York, con il quale ha potuto lavorare su progetti più ampi e su pezzi di grande vendita.

Le sue Faltungen (pieghe) possono essere datate al 1990, e sono realizzate in alluminio verniciato o acciaio, che si sollevano dalla parete e conquistano fisicamente lo spazio. Oltre a questo ciclo, per tutti gli anni '90 ha aperto e chiuso alcune serie di sculture come, ad esempio, nel 1992, le Isole, opere in acciaio che potrebbero essere descritte come sezioni solide su un piano piegato. I colori utilizzati sono quasi esclusivamente primari - l'esempio di Mondrian è ancora abbastanza vivo e influente sull'artista, proprio come i minimalisti americani, come Frank Stella, oltre, ovviamente, all'Arte Concreta. Wolfram Ullrich precisa sempre di aver studiato “pittura” e non “scultura” e, dopo la sua esperienza con le Isole, o altri cicli come Window and Zone, le sue opere occupano ancora una volta lo spazio della parete, pur acquisendo definitivamente corpo e peso. Il materiale di elezione è l'acciaio; le opere, come spiega lo stesso artista, sono costruite letteralmente assemblando parti diverse, un processo a differenza della scultura, dove la sottrazione è la chiave, e quindi materiali come il legno non sono nemmeno concepibili.

A partire dal 2000 inizia a lavorare su forme singole, poliedri chiusi dove il colore occupa solo la parte superiore mentre il lato, lo spessore, lascia esposto l'acciaio grigio. Successivamente, il numero di questi "segmenti" aumenta, le prospettive sono più audaci e nel 2014 nasce la serie Orbit.
I colori sono vivaci e la stratificazione conferisce alle opere una texture morbida e perfetta. Si stagliano contro le pareti, ingannando l'occhio e i sensi degli spettatori. Ancora oggi, l'artista continua a sperimentare, portando costantemente le sue indagini un passo avanti: dalla costruzione alla percezione.


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Gori

120 x 53.5 x 8cm

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Center

125 x 69.5 x 8cm

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Indirizzo

Milano, Via Comelico, 40

La Dep Art Gallery è stata inaugurata il 22 settembre 2006 con una mostra di opere di Mario Nigro. Fondata a Milano da Antonio Addamiano, deve il suo nome, che sta per Distribution and Art Promotion, alla parola inglese "depart". È, quindi, una partenza con una direzione precisa che la galleria persegue ancora oggi, caratterizzata da un programma cultural...

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