Questione di coincidenze o memorabile svista? La sorprendente scoperta di una studiosa tedesca rivela una clamorosa e intrigante verità: un'opera di Piet Mondrian è stata esposta per circa 75 anni a testa in giù. E da ora in poi, per evitare danneggiamenti, resterà capovolta per sempre. L'incredibile storia di New York City I
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Il primo a segnalare la presunta errata esposizione del quadro era stato l'artista italiano Francesco Visalli, il quale aveva manifestato le sue perplessità in un'e-mail inviata nel settembre dello scorso anno alla direttrice del museo Kunstsammlung Nordrhein-Westfalen K20 di Düsseldorf, che ospita il quadro fin dal 1980. Ma è in seguito, per esattezza durante la conferenza stampa svoltasi alla vigilia della mostra Mondrian. Evolution, inaugurata presso lo stesso museo il 29 ottobre di quest'anno, che la nuova scoperta sarebbe stata ufficialmente rivelata. Susanne Meyer-Büser, curatrice della mostra, che aveva iniziato a fare ricerche in vista dell'apertura dell'esposizione, afferma che l'errore si trascina addirittura dall'anno in cui il quadro fu mostrato per la prima volta al pubblico al Museum of Modern Art di New York, nel 1945.
New York City I: l'opera analizzata
"L'ispessimento della griglia dovrebbe essere in alto, come un cielo scuro", ha detto la studiosa dopo aver analizzato attentamente l'opera, sostenendo che la fitta stratificazione di linee multicolori ora nella parte inferiore della tela rappresenti uno skyline semplificato che dovrebbe stagliarsi sopra la città; “una volta che l'ho fatto notare agli altri curatori, ci siamo resi conto che la cosa era ovvia: sono sicura al 100% che l'immagine sia stata esposta nel modo sbagliato", ha aggiunto. L'attenta analisi dei ricercatori ha anche fatto notare che la modalità con cui i nastri colorati sono stati applicati e tagliati suggeriscono la possibilità che Mondrian abbia iniziato il lavoro partendo proprio dall'intricata stratificazione, ovvero la supposta parte superiore, procedendo poi verso il basso. La morte dell'artista, avvenuta nel febbraio del 1944, esattamente un anno prima che l'opera fosse esposta al pubblico, contribuì a generare confusione circa il suo corretto orientamento. Inoltre, il fatto che New York city I non porti la firma del suo autore è la prova tangibile che probabilmente lo stesso Mondrian lo considerasse incompiuto.
New York City I: comparazioni
Un importante indizio a supporto della teoria di Meyer-Büser, consiste nel ritrovamento di una fotografia scattata nello studio dell'artista pochi giorni dopo la sua morte e pubblicata sulla rivista Town & Country nel giugno 1944, che mostra il quadro posato su un cavalletto con la griglia più fitta di strisce rosse, blu e gialle rivolta verso l’alto. Esiste poi un altro dipinto a olio su tela dal titolo New York city, completato da Mondrian nel 1942 ed esposto al Musée National d'Art Moderne al Centre Pompidou di Parigi, di aspetto e dimensioni simili al lavoro incriminato. Ebbene, anche in quest'opera, l'ispessimento delle linee si trova nella parte superiore.
MoMA: errare è umano, perseverare...
Come già detto, il quadro è stato appeso in maniera scorretta fin da quando venne presentato al pubblico per la prima volta a New York nel 1945. L'errore potrebbe essersi verificato a causa del ribaltamento di una cassa o di un'errata modalità di trasporto prima di venire disimballato al MoMA, ma, come sostiene anche Meyer-Büser, è ormai impossibile stabilire cosa sia effettivamente successo. Curioso il fatto che sedici anni dopo, nel 1961, sempre il museo newyorchese incappò in un altro clamoroso errore durante una mostra dal titolo The Last Works of Matisse: Large Cut Gouaches. In quell'occasione fu un'opera di Henri Matisse dal titolo Le Bateau, che ora fa parte della collezione permanente del MoMa, a venire appesa capovolta. Un'ammiratrice del maestro francese, Genevieve Habert, notò che il riflesso della barca raffigurata era stato realizzato in modo più accurato e con una maggiore quantità di dettagli rispetto all'imbarcazione stessa e pensò di segnalare l'anomalia al New York Times. Dopo 47 giorni e il passaggio di 116 mila ignari visitatori, tra l'imbarazzo generale, il direttore si rese conto dell'errore e fece capovolgere il quadro, conferendogli l'aspetto che conserva tuttora. Il figlio dell'artista Pierre Matisse affermò sulle colonne del Times che la signora Habert avrebbe dovuto ricevere una medaglia.
New York City I: tutto come prima...
"Se giro il lavoro, rischio di distruggerlo", ha affermato Meyer-Büser. "I nastri adesivi sono già molto allentati", ha poi specificato e “se dovessi capovolgerlo, la gravità li tirerebbe in un'altra direzione. Anche il suo essere appeso al contrario ora fa parte della storia del quadro”. New York City I quindi, continuerà ad essere esposto nello stesso modo in cui è stata visto per circa 75 anni e cioè presumibilmente ruotato di 180°, una versione storicamente ormai accettata in via definitiva dagli esperti, che hanno incluso l'immagine del quadro capovolto anche nel catalogo della mostra. Mondrian. Evolution, che rimarrà aperta fino al 12/2/2023, si tiene proprio nell'anno del 150° anniversario della nascita di Piet Mondrian (1872– 1944) e prevede l’esposizione di 90 immagini dell'artista d'avanguardia olandese, dal primo periodo naturalistico all'astrattismo delle sue opere più tarde, seguendo un percorso che si snoda nell'arco di cinque decenni.
New York City I: niente è come sembra...
La vicenda che riguarda la realizzazione di New York City I rimarrà comunque un mistero da tramandare ai posteri. Ma in definitiva, come sostiene anche Susanne Meyer-Büser, "forse non c'è affatto un verso giusto o sbagliato". Parole in cui c'è indubbiamente del vero e che fanno riflettere, a riprova di come l'arte astratta sappia essere disorientante, a volte beffarda e spesso difficile da interpretare.
Immagine di copertina: Courtesy of Ernest Ojeh, Unsplash
A cura della redazione di Kooness