Stranieri Ovunque: La Biennale 2024 si interroga sulla diversità.
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Si è aperta al pubblico il 20 aprile 2024 la 60a Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia, curata da Adriano Pedrosa e intitolata Stranieri Ovunque - Foreigners Everywhere. Il prestigioso evento presenta quest'anno oltre 300 artisti e collettivi provenienti da tutto il mondo.
È lo stesso Pedrosa a specificare come questo titolo, che si ispira a una famosa opera con lo stesso nome del collettivo di artisti Claire Fontaine, racchiuda due significati: da un lato, l'incontro con culture e prospettive diverse, dall'altro la consapevolezza di essere sempre stranieri a noi stessi e al mondo che ci circonda. La Biennale di quest'anno, etichettata dal curatore come una "provocazione", si colloca in un contesto globale segnato da profonde crisi legate ai concetti di esilio e appartenenza, in un mondo sempre più interconnesso e in rapida evoluzione. In un'epoca storica caratterizzata da guerre e crisi associate a territori e confini, la decisione della Russia di non partecipare per la seconda volta consecutiva (il suo padiglione ospita la Bolivia), insieme alla scelta da parte dell'artista israeliana Ruth Patir di chiudere il padiglione del suo paese "fino al cessate il fuoco e al raggiungimento di un accordo per la liberazione degli ostaggi", risuonano particolarmente significative.
La Biennale si suddivide in tre sezioni principali: la mostra centrale, Foreigners Everywhere curata da Adriano Pedrosa, che mette in primo piano i lavori di artisti indigeni e queer con una forte presenza di talenti provenienti da America Latina, Africa e Asia, i padiglioni nazionali, cuore pulsante della manifestazione, che quest'anno ospitano le proposte di 88 nazioni e, a completare il quadro espositivo, una serie di mostre satellite ed eventi pop-up disseminati per la città.
La mostra
Stranieri Ovunque – Foreigners Everywhere offre una prospettiva senza precedenti sul panorama artistico globale. Coinvolgendo 331 artisti provenienti da ben 80 paesi, l'esposizione si concentra sull'esperienza di coloro che si identificano come migranti, espatriati, membri della diaspora, esuli o rifugiati. La Biennale Arte 2024 ha dato priorità agli artisti che non avevano mai esposto in precedenza nella manifestazione, pur includendone alcuni che già erano stati presenti nei Padiglioni Nazionali o negli Eventi Collaterali delle passate edizioni. Rilevante è la partecipazione di talenti indigeni, con opere esposte sia nel padiglione centrale, dove un monumentale murale del collettivo brasiliano MAHKU (Movimentos dos Artistas Huni Kuin) domina la facciata, sia alle Corderie, dove il collettivo Mataaho proveniente da Aotearoa/Nuova Zelanda presenta un'installazione imponente composta da due ambienti espositivi di significativa rilevanza simbolica. Sempre le corderie ospitano il Nucleo Contemporaneo, una sezione speciale dedicata al Disobedience Archive, un progetto curato da Marco Scotini e progettato da Juliana Ziebell. Questa sezione è suddivisa in due parti – attivismo della diaspora e disobbedienza di genere – e comprende le realizzazioni di 39 artisti e collettivi realizzate tra il 1975 e il 2023. La Mostra presenta anche un Nucleo Storico, che include opere del XX secolo provenienti dall’America Latina, dall’Africa, dal Medio Oriente e dall’Asia. Questo nucleo si articola in tre sezioni: Ritratti, Astrazioni e Italiani Ovunque, quest’ultima dedicata a quegli artisti italiani che durante il XX secolo hanno viaggiato e si sono stabiliti all’estero, sviluppando le proprie carriere in diverse parti del globo, tra cui Africa, Asia, America Latina, così come in varie regioni d’Europa e negli Stati Uniti.
Paesi
La Mostra, sarà affiancata dalla partecipazione di 87 delegazioni nazionali negli storici Padiglioni ai Giardini, all’Arsenale e nel centro storico di Venezia. Repubblica di Panama e Senegal partecipano con un proprio padiglione, segnando la loro prima presenza in questa manifestazione. Numerosi sono gli artisti provenienti dal Sud del mondo che espongono le proprie opere per la prima volta, rappresentando paesi come Benin, Etiopia, Tanzania e Timor Est, al debutto in questa rassegna. Nel Padiglione Italia, alle Tese delle Vergini dell'Arsenale, Massimo Bartolini presenta Due qui/To Hear, curato da Luca Cerizza. Il titolo gioca sull'assonanza tra "Two here" (due qui) e "To Hear" (sentire/udire), esplorando il tema dell'ascolto come forma di attenzione verso l'altro. Il progetto coinvolge una varietà di figure provenienti da diversi ambiti, dalle creazioni musicali di Caterina Barbieri, Gavin Bryars e Kali Malone, alle opere letterarie di Nicoletta Costa e Tiziano Scarpa. Il Padiglione della Santa Sede torna alla Biennale di Venezia per la terza volta. Promosso dal Cardinale José Tolentino de Mendonça, Prefetto del Dicastero per la Cultura e l'Educazione, e curato da Chiara Parisi e Bruno Racine, il progetto intitolato Con i miei occhi è il risultato della collaborazione con il Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria del Ministero della Giustizia. L’evento, che si svolgerà all'interno del Carcere Femminile della Giudecca, è stato reso ancora più speciale dalla visita di Papa Francesco il 28 aprile. Per la prima volta nella storia, gli Stati Uniti vengono rappresentati da un artista indigeno, Jeffrey Gibson, esponente di spicco del popolo Choctaw-Cherokee. La sua opera the space in which to place me, curata in collaborazione con Kathleen Ash-Milby, artista e curatrice Navajo, è un'esperienza immersiva che ridefinisce l'identità americana attraverso la prospettiva delle diverse realtà culturali indigene.
Eventi collaterali
In conclusione, trenta eventi collaterali, distribuiti in varie sedi della città, presentano una vasta gamma di contributi e partecipazioni promossi da enti e istituzioni pubbliche e private senza fini di lucro. Queste manifestazioni arricchiscono ulteriormente la diversità di prospettive e le molteplici sfaccettature che contraddistinguono la Biennale.
Leoni d'Oro alla carriera
"Questa scelta riveste un'importanza particolare considerando il tema e il contesto della Mostra, che si concentra su artisti che hanno compiuto viaggi e migrazioni tra Nord e Sud, Europa e altri Paesi, o viceversa. La mia decisione, in questo contesto, è stata di onorare due straordinarie e pionieristiche artiste, entrambe migranti, che incarnano in molteplici modi lo spirito di Stranieri Ovunque - Foreigners Everywhere." Con queste parole i Leoni d'Oro alla carriera nella Biennale Arte 2024 sono stati assegnati all'artista brasiliana Anna Maria Maiolino e alla turca Nil Yalter. Entrambe le artiste sono al loro debutto in Biennale: Maiolino presenta una nuova opera di grandi dimensioni che estende e arricchisce la serie delle sue sculture e installazioni in argilla; Yalter, invece, propone una reinterpretazione della sua innovativa installazione Exile is a hard job, insieme alla sua opera iconica Topak Ev, esposte nella prima sala del Padiglione Centrale.
A cura della redazione di Kooness
Immagine di copertina: 60a Esposizione Internazionale d’Arte - Photo by Matteo De Mayda - Courtesy of La Biennale di Venezia.